Un pò per il ritardo tecnologico che sconta il nostro Paese, un pò per la difficoltà a staccarsi da modelli culturali radicati, un pò per la condizione diffusa di stallo del mercato del lavoro, in Itali fatica a rendere piede. Eppure potrebbe rappresentare un’occasione di crescita e di occupazione, oltre che un modo per conciliare tempi di lavoro e famiglia.
E’ il telelavoro, una modalità di organizzazione dell’attività professionale che in Italia interessa solo una minima percentuale di lavoratori e che anche nel resto d’Europa, sebbene raggiunga percentuali più alte, non riesce a decollare, a dispetto delle rosee previsioni che ne avevano accompagnato i primi passi ormai quasi vent’anni fa.
Intorno al concetto di telelavoro c’è, ancora oggi, molta confusione. Con questo termine non s’intende, genericamente, il lavoro svolto attraverso l’utilizzo di strumenti telematici. Una parte della sua peculiarità risiede nel fatto di essere un’attività lavorativa svolta fuori dalla sede aziendale, attraverso l’ausilio di strumenti informatici che permettono la separazione fisica e facilitano la comunicazione digitale.
Il telelavoro può essere definito come qualsiasi rapporto di lavoro o presentazione di servizio di tipo dipendente o di collaborazione abituale che utilizzi strumenti di Itc (Information communication technology) e che permetta al lavoratore di essere in rete con l’azienda. Liberando il lavoro da vincoli spaziali e temporali, le persone possono così scegliere dove e come lavorare.
Attraverso il telelavoro, le aziende possono ridurre i costi di gestione delle proprie sedi, aumentare la produttività e la competitività, garantire una maggiore presenza dei clienti e ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane.
Da parte loro, i lavoratori possono conciliare meglio lavoro e famiglia, e ridurre tempi e costi degli spostamenti casa-ufficio. Per la collettività, infine, i benefici, deriverebbero da un minore utilizzo dei mezzi di trasporto, un incentivo all’utilizzo di tecnologie avanzate per la comunicazione e l’elaborazione e la possibilità di creare lavoro anche al di fuori delle aree già sviluppate economicamente.