Essendo nato nel 70 si può dire che ho vissuto 5 generazioni… quella di mio nonno che ha fatto la seconda guerra mondiale, quella di mio papà che ha iniziato a lavorare a 8 anni per aiutare la famiglia, quella mia che a 15 anni pur andando a scuola si iniziava a fare qualche lavoretto, quella di mia sorella (10 anni più piccola) che ha iniziato a lavorare solo dopo aver terminato gli studi, quella attuale che proprio non ha voglia di far nulla…
Lo so, lo so, non sono tutti così…
E meno male, se no eravamo veramente rovinati. Ma andiamo al dunque… come si può notare, dalla generazione dei partigiani alla generazione dei fancazzisti, è cresciuta solo una cosa, la voglia di vincere facile… cioè ottenere il massimo risultato col minimo sforzo… il desiderio di indipendenza è andato a morire, non è un caso che l’età in cui si inizia a lavorare è diventata sempre più alta.
Ma non c’è lavoro…
Questo è quello che dicono in molti… Potrei aggiungere che non c’è voglia di lavorare? Non c’è voglia di sacrificio? Ecco il termine giusto, la soglia di sacrificio si è azzerata e si sentono sempre più giovani lamentare: no, per 600euro al mese nemmeno mi muovo da casa… mio padre mi da 100 euro la settimana, chi me lo fa fare andare a lavorare… io aiuto la nonna e mi da parte della pensione… mio padre non lo sa, ma mia madre mi da soldi di nascosto per non farmi andare a fare lavori umili… mia zia, mio nonno, mia suocera, mio cugino, tutti che fanno di tutto per uccidere il desiderio bruciante dei giovani dei nostri tempi…
Appunto, la voglia di sacrificarsi per qualcosa!!!
A questo punto mi chiedo e chiederei a queste persone: ma se tu decidessi di praticare uno sport, con l’idea di vincere, seguiresti un allenamento che ti piace, che non ti fa soffrire, ma che allo stesso tempo non ti porta risultati? Oppure seguiresti un allenamento duro, che a volte ti fa soffrire a tal punto di infastidirti, ma che alla fine ti fa vincere?
Tu nella tua vita vuoi essere un perdente o un vincente?
Te lo chiedo perché se vuoi vincere, mi dispiace dirtelo, ma come tutti i campioni c’è da soffrire, da spaccarsi il culo, da sudare, da fare cose che a volte si odiano, al fine di raggiungere ciò che realmente ami… ciò che tu stesso hai disegnato per la tua vita… il tuo sogno… e se ancora non hai un sogno, fermati da qualsiasi cosa tu stia facendo e inizia a descriverlo… e se ancora peggio non hai come realizzarlo, inizia il percorso di sviluppo economico con noi… stiamo aiutando tantissime persone come te.