Olio come il vino? Un bicchiere per degustare? Si, al bar dell’olio. Il momento è quello giusto: i consumatori imparano a capire le differenze tra bottiglia e bottiglia. Non solo. Vogliono conoscere luogo di provenienza, sfumature di gusto e abbinabilità con i cibi.
Oggi l’ olio non è più solo un condimento: è un ingrediente, il cui assaggio è fondamentale. Nel meridione della Francia, gli olivicoltori promuovono e raccontano il loro prodotto per aumentare le vendite. E’ nato così il bar à huile, luogo dove proporre degustazioni, lezioni, visite ai produttori. Si vendono bottiglie in vari formati, olive, conserve, salse e cosmetici a base di olive
E in Italia? Qualcosa si muove. Il comparto tiene botta alla crisi, punta sull’extravergine e promette una crescita significativa nei prossimi anni. I colossi del settore testano format di oil bar e aprono negozi dove l’olio è protagonista, abbinato a specialità gastronomiche. Intanto, fiere, aziende, esperti e degustatori portano avanti un’opera di divulgazione scientifica ed educazione sensoriale, che in futuro darà i suoi frutti in modo più significativo.
Gli apezi, insomma, si apriranno, a imprenditori disposti a imparare i segreti dell’olio buono e comunicarli alla clientela. In negozi di nicchia o in locali dove l’olio sarà l’offerta centrale.
Proprio dalla Francia, patria dei bar à huile, sono partiti Melissa e Jean Jacques Fronzino per avviare a Siracusa il loro Olive. Il locale, 60mq, sull’isola di Ortigia punta sull’olio di qualità e sull’assaggio. Oggi l’attività dà utili. “Volevamo sistemarci in Sicilia. I miei genitori hanno un negozio specializzato in olio in Provenza. Abbiamo cominciato a selezionare extravergini, creandoci una rete di fornitori da tutta la Sicilia. Ogni invero viaggiamo per cercare nuovi produttori. In negozio l’abbiamo aperto nel 2010, con un’autorizzazione come minimarket” spiega Melissa.
“Abbiamo poche scorte, puntiamo sul riassortimento in piccole quantità. Gli oli vanno da 5,20 euro, per 175ml, a 48 euro, per una confezione da tre litri. Vendiamo anche patè di olive, conserve di pesce, marmellate e miele. E saponi, bagnoschiuma, creme. Un negozio come il nostro può funzionare solo in una località turistica: vendiamo a turisti di passaggio e a siciliani che cercano un’idea regalo”.
Olio e cibo o solo olio? “Un negozio monoprodotto difficilmente sta in piedi. Bisogna proporre l’intera filiera dell’olio, dall’oliva al cosmetico. Più larga è la gamma di prodotti, più aumentano le possibilità di successo” sostiene Enrico Lupi, presidente dell’associazione Città dell’Olio.