Accanto alla pasta, il pane è stato il cibo base dell’alimentazione italiana, eppure non si può dire che fossimo tutti grassi; oggi, però, la situazione è molto diversa. Ora si consumano tantissimi prodotti preparati con carboidrati raffinati, ottenuti dalla lavorazione della farina bianca, ed è questa a fare la differenza. Infatti, sono sempre più numerosi gli studi che sottolineano i suoi effetti negativi sul benessere dell’intestino e dell’organismo.

La farina bianca è un prodotto ricco di amido, ma povero di proteine, vitamine e minerali. La raffinazione è un procedimento industriale durante il quale ogni chicco di frumento viene privato della sua parte più esterna, il sottile strato di cellulosa che costituisce anche una preziosa fibra alimentare: la crusca. Viene eliminato anche il germe del grano ovvero la parte più degradabile, ma anche più ricca di vitamine, proteine, minerali, oli e altre sostanze dall’alto valore nutrizionale. Si ottiene così una farina sottile e impalpabile, ma anche povera di fibre e di nutrienti essenziali e ricca soprattutto di amidi e di zuccheri facilmente assorbibili dall’organismo.

La farina raffinata è l’ingrediente base di una grande varietà di alimenti molto comuni e, spesso, consumati in eccesso. Secondo uno studio la farina si accumula sulle pareti del colon, andando a formare una sostanza collosa in grado di provocare la perdita della permeabilità delle mucose dell’intestino e, quindi, di dare il via a una vera e propria intossicazione. Inoltre, la farina bianca (00), facendo aumentare molto velocemente la concentrazione di zuccheri nel sangue (glicemia), e di conseguenza l’insulina, favorisce l’obesità e la comparsa di malattie metaboliche come il diabete.

Per evitare conseguenze negative per il nostro corpo, bisognerebbe usare la farina integrale: ormai in commercio c’è una grande varietà di prodotti fatti con la farina integrale come pasta, pane, biscotti, crackers.

L’integrale garantisce il benessere. Un’alimentazione che punta sull’integrale prevede ogni giorno di mangiare cibi in chicchi come farro, orzo o riso, grandi alleati di linea e benessere poichè sono in grado di garantire un equilibrato apporto di nutrienti tra cui proteine vegetali, vitamine (E, D e gruppo B) e minerali (zinco, magnesio, fosforo, rame e selenio).

Le fibre presenti in ogni chicco rallentano l’assorbimento intestinale del glucosio, tenendo sotto controllo sia i valori di glicemia nel sangue sia la produzione d’insulina, l’ormone che trasforma gli zuccheri in eccesso in grassi di deposito e il responsabile di improvvisi attacchi di fame. Inoltre, i prodotti della spiga richiedono un processo di digestione elaborato e l’impiego di numerosi enzimi, perciò sono anche in grado di prolungare la sensazione di sazietà.

I chicchi, poi, durante la cottura trattengono molta acqua e si gonfiano, aumentando notevolmente il loro volume: così con appena 50 grammi di riso, farro oppure orzo si può ottenere una porzione consistenze ma un apporto energetico leggermente contenuto: 50 grammi di riso integrale, per esempio, forniscono 168 calorie, mentre l’orzo 160, contro le 180 calorie di 50 grammi di pasta.

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