Nessun genitore lo ammetterebbe mai, ma il figlio preferito esiste. A sostenerlo un recente studio dell’università della California, secondo il quale il 65% delle mamme e il 70% dei papà ha un figlio prediletto. In Italia mancano studi sull’argomento, ma nella realtà il problema è molto sentito. Basta fare un giro su internet per rendersi conto dell’ansia che suscita nelle mamme l’idea di fare, seppur inconsapevolmente, delle preferenze.
L’associazione inglese dei terapeuti e dei consulenti familiari commenta questo fenomeno rassicurando: avere un debole per uno dei figli è normale e non bisogna vergognarsi. L’importante è cercare di equilibrare le attenzioni: un atteggiamento di parte, infatti, a lungo può nuocere a tutti. A soffrirne di più, da grande, potrebbe esserne proprio il figlio prediletto.
In tutte le relazioni affettive, preferenza vuol dire affinità, vicinanza di carattere, simpatia. Ogni persona fa le sue distinzioni: per esempio, si condividono interessi comuni e passatempi con alcuni amici, ma ci si confida con altri. Ciò fa parte della natura umana e spiega perché non siamo tutti uguali. Prediligere un figlio significa sentirsi più vicino a lui perché rispecchia alcuni tratti del proprio carattere, ha le stesse passioni, condividere la stessa visione del mondo.
Avvicinarsi a chi si sente uguale a sé è un comportamento naturale: si chiama feeling, che in inglese significa intesa, corrispondenza, armonia. Si tratta un atteggiamento che nasce dall’emotività e non dalla volontà: non si può fare nulla per modificare le proprie affinità di cuore.
Un aparabola persiana racconta di un uomo con molti figli, a cui fu chiesto chi fosse il suo prediletto. Egli rispose: “il figlio che preferisco è il più piccolo finchè non è cresciuto, è quello assente finchè non ritorna, è quello malato finchè non guarisce, è quello in prigione finchè non è liberato, è quello afflitto e infelice finchè non è consolato”. Il messaggio è chiaro: amare qualcuno significa cercare di rispondere ai suoi bisogni.
Se ogni persona ha necessità diverse, anche il modo di soddisfarle sarà ogni volta differente. Nella vita di un figlio i bisogni cambiano in relazione alla sua fase di crescita e ai problemi che via via si incontrano: il compito di un genitore è quello di andare incontro alle richieste di affetto e accudimento del bimbo nel momento in cui queste si manifestano. Per questo anche se la madre o il padre preferisce un figlio a un altro non è deto che ami quest’ultimo di meno.