Un network alternativo per fare la spesa, basato sul coinvolgimento della comunità, per offrire prodotti locali, a basso impatto ambientale, biologici, sani e soprattutto low cost. In cerca di una soluzione alla crisi economica e di un modello sostenibile, nasce a Londra il People’s Supermarket, il “supermercato della gente” in Lamb’s Counduit Street, a Holborn, vicino al British Museum. Questo “supermercato della gente per la gente”, come lo definisce il co-fondatore, sir Arthur Potts Dawson, è una cooperativa a cui si può aderire versando una quota societaria di 25 sterline l’anno (circa 29 euro) e quattro ore di lavoro settimanale, in cambio di un ulteriore 10% di sconto sulla spesa, già di per sé low cost, e per avere anche voce in capitolo sui prodotti da mettere sugli scaffali.
E per combattere gli sprechi, la clientela del People?s Supermarket può usufruire della “People’s Kitchen”, dove preparare piatti con frutta e verdura vicine alla data di scadenza. In 15 mesi di attività il fatturato del People?s Supermarket ha superato 1,5 milioni di sterline e il numero dei soci ha raggiunto quota 1.200. Naturalmente, anche chi non è socio può fare gli acquisti nel “supermercato della gente”. Forte di questi successi, il People’s Supermarket potrebbe diventare un franchising entro la Pasqua del 2012, mentre è già prevista l’apertura di un secondo punto vendita a Hackney, nell?East London e sir Dowson pensa di riprodurre su scala nazionale il progetto People?s Kitchen.
Insomma, una vera e propria industria alimentare low cost contrapposta alla grande distribuzione, che reinterpreta il concetto di baratto offrendo beni di prima necessità in cambio di lavoro e portando avanti la sua personale lotta allo spreco. “L’industria alimentare è stata comprata dalle grandi catene, spiega Dowson, noi invece proviamo a mostrare che cosa succede quando è la gente ad avere il controllo”.