Tutto entra nella nostra vita attraverso i sensi, dall’ambiente che ci circonda fino a un bicchiere di vino. Ma se siamo chiamati ad esprimere davvero il nostro sentire, a dare un giudizio concreto, siamo sicuri di riuscirci? Siamo realmente in grado di esprimere le nostre percezioni in modo fedele e dettagliato?

Pensandoci bene ci possiamo sentire un pò insicuri e può succedere di essere fuorviati da preconcetti. I sensi, però, fanno parte della nostra dotazione naturale e lavorano anche se non sappiamo impiegarli al meglio. E, soprattutto, si possono allenare.

Ogni essere umano è dotato di un sistema sensoriale che gli permette una relazione con i propri simili e con l’ambiente. E’ stato progettato per individuare opportunità e minacce, rendendo minime le zone d’ombra e sfruttando vari tipi di energia: la vista funziona mediata dalla luce, l’udito da vibrazioni, il tatto dall’energia meccanica e chimica, il gusto e l’olfatto attraverso l’energia chimica.

Dai cinque organi di senso riceviamo stimoli che il cervello elabora separatamente e poi insieme, confrontando le informazioni e verificandone la coerenza. Di fronte a un piatto di cibo non contano solo vista e gusto, ma anche un senso potente come l’olfatto. Un odore sgradevole rende meno appetibile il piatto più bello: è un meccanismo di difesa naturale dal consumo di cibi avariati.

Vedere, sentire, toccare, annusare, gustare: sembrano azioni naturali e scontate, ma in realtà non si sfruttano a pieno. Si vive soggiogati dalla generalizzazione: dell’ambiente, dei prodotti e delle persone si colgono pochi tratti e si giudica in base a questi generando pregiudizi che portano alla chiusura e alla delusione, spingendo a cercare sicurezza nella logica di un ragionamento. Non ci si abbandona più ai sensi.

Per affinare la percezione attraverso i sensi il punto di partenza è lo stesso per tutti: imparare a conoscere se stessi e le modalità con le quali ognuno genera una mappa della realtà. L’allenamento alla percezione inizia con una precisa disposizione mentale: bisogna essere aperti all’esplorazione, alla scoperta e al desiderio di raccontare esperienze.

Poi, si passa alla descrizione e alla misurazione di quello che si percepisce: occorre, cioè, allenarsi a descrivere gli eventi che si vivono, o che si sono vissuti, e le emozioni che ne sono derivate. Infine, si potenzia il tutto attraverso il confronto con gli altri, con quello che loro hanno percepito, individuando assonanze e differenze.

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