Gli immigrati resistono meglio alla crisi: nei primi nove mesi del 2012 le imprese individuali con titolari extra Ue crescono di 13mila unità, le altre scendono di 24.500. È quanto emerge da uno studio di Confesercenti. “Continua, si legge nello studio, anche se a ritmi meno sostenuti la crescita delle imprese individuali con titolare straniero. In dieci anni il loro peso sul totale delle imprese è passato dal 2% a quasi il 9%, lo stock delle attività si è più che quintuplicato a dispetto di una contrazione tendenziale generale del 3%. Nel terzo trimestre 2012 le imprese individuali registrano un saldo positivo di 5 mila unità di cui l’85% è dato appunto da imprese di immigrati”.
Le imprese gestite da stranieri producono circa il 5,7% della intera ricchezza del nostro paese. Mettendo a confronto il II trimestre 2011 e 2012, tassi di crescita sostenuti delle imprese immigrate si hanno in tutte le ripartizioni geografiche contrariamente a quanto avviane per imprese individuali in generale. Più del 57 per cento delle imprese si concentra in cinque regioni: il 18,6% in Lombardia, il 10,5% in Toscana, il 9,7 circa in Emilia Romagna e Lazio e l’8,6 in Veneto. Gli imprenditori e i lavoratori immigrati non sono coinvolti in maniera uniforme nelle diverse aree geografiche. Nel Nord si concentrano gli autonomi attivi nell’artigianato e i lavoratori dipendenti dalle imprese, in particolare nel comparto metalmeccanico, nel Centro il settore domestico, quello dell’edilizia e il comparto tessile e abbigliamento sono i più internazionali, al Sud, almeno in termini relativi, commercio e lavoro agricolo sono i settori di riferimento per i migranti.
Quasi il 61% delle imprese straniere in Italia svolge attività di commercio ambulante, il 30,5% di commercio in sede fissa e un restante 8,6% di commercio al di fuori di banchi e negozi. È quanto emerge da un’analisi di Confesercenti, che sottolinea che “il commercio si dimostra uno dei settori di maggiore attrazione per l’imprenditore immigrato. La scelta imprenditoriale racchiude in se due aspetti: assicura la stabilità dell’occupazione anche in periodi di crisi offrendo garanzia alla regolarità del soggiorno e si fa espressione della volontà di riscatto da ruoli subalterni”.