C’è chi affoga ansie e dispiaceri in una coppa di gelato, festeggia i grandi successi della vita con cene memorabili o in preda al nervosismo apre il frigorifero o la dispensa alla ricerca di quel che capita e chi, invece, se affronta un momento di ansia, non manda giù nemmeno un boccone: un italiano su tre mangia per stress e non per fame. Un legame, quello tra stress e cibo, che può degenerare in una vera e propria dipendenza, con rischi per corpo e mente.
Scegliere il cibo come valvola di sfogo delle tensioni e dello stress o somatizzare i momenti di ansia a livello dello stomaco è quasi naturale, perchè il cibo ha un ruolo chiave per l’uomo. E’ infatti la prima soddisfazione che conosciamo come essere umani, la soluzione al bisogno della fame. E il sollievo che deriva dal mangiare ci resta impresso nella memoria come il rimedio ad ogni disagio.
Inoltre, al cibo è associata una dimensione di affettività, che comincia con il contatto con il seno materno e che spesso, con l’educazione famigliare, si carica di emozioni positive e di gratificazioni. Soprattutto nella nostra cultura, infatti, al cibo sono legati premi e punizioni: “se fai il bravo ti compro un gelato” oppure “se continui con i capricci vai a letto senza cena”. Senza dimenticare la dimensione di convivialità legata al momento dei pasti in compagnia.
Consolarsi di tanto in tanto, per esempio con un quadretto di cioccolato a fine giornata, è una gratificazione sicuramente positiva. Il problema è quando diventa sistematicamente una strategia per compensare un’insoddisfazione. Lo si capisce perchè diventa faticoso mantenere un regime alimentare controllato, ci diamo regole che trasgrediamo di continuo per poi cadere nel senso di colpa. Sono tutti segni che il rapporto con il cibo sta assumendo i contorni di una dipendenza: il cibo diventa indispensabile per contrastare un disagio.
Quando il rapporto con il cibo diventa strettamente connesso allo stress, e mangiare assume i contorni di una sorta di autocura contro i problemi di ogni giorno, aumentano i rischi. Generalmente la prima conseguenza riguarda la linea che viene inevitabilmente compromessa: al di là dell’aspetto estetico, si può arrivare al sovrappeso e all’obesità, con tutte le problematiche di salute connesse.
Il danno estetico stesso non va sottovalutato, perchè se guardandosi allo specchio non ci si riconosce e non ci si piace più, ci si sente a disagio e anche colpevoli, quindi incapaci, fragili e deboli. I problemi estetici spingono ulteriormente a consolarsi con il cibo, andando a creare un circolo vizioso in cui subentra anche il senso di colpa: si mangia per rilassarsi, ci si sente in colpa, quindi ci si mette a dieta per qualche giorno o peggio, si digiuna o si cercano rimedi momentanei.
Per spezzare il legame cibo e stress bisogna agire su due fronti: imparare a ridurre i livelli di stress e modificare il proprio rapporto con gli alimenti. Un consiglio generale: vivere più lentamente, in modo da poter percepire intensamente ogni sensazione. Vale anche quando si mangia: assaporare il cibo con calma appaga molto di più.