E’ una dura legge dello sport: accanto a un vincitore c’è sempre uno sconfitto. Un campione però, impara a gestire la sconfitta, a sfruttarla per migliorarsi sempre. La psicologia dello sport, infatti, aiuta a tornare vincenti, nello sport come nella vita.
“Ciò che distingue un campione da un atleta comune è la resilienza, intesa come la capacità di piegarsi senza spezzarsi” spiega Matteo Simone, psicologo dello sport e psicoterapeuta. Chi è resiliente, infatti, non si lascia abbattere da una sconfitta, ma ne esce rafforzato, analizza i suoi errori e trova le giuste soluzioni per tornare a vincere.
“Ogni volta che si esce battuti è importante fermarsi, osservare come ci si sente e in che modo è sopraggiunta la sconfitta, individuando gli errori da non ripetere per migliorarsi” dice l’esperto. La tecnica è quella della visualizzazione attraverso la quale si può invitare l’atleta a ripercorrere l’errore attraverso alcune domande: “Cosa c’è stato di buono nella prestazione eseguita?”, “Come ho vissuto gli attimi in cui mi sono accorto che stavo sbagliando?”, “Che cosa si può migliorare in vista della prossima prestazione?”.
Rivivendo i passaggi che hanno portato a perdere, si può trovare la giusta soluzione al problema. Senza mai fuggire dalle proprie colpe, ma rielaborando l’accaduto, anche se doloroso.
Come dimenticare le lacrime Pirlo e Balotelli dopo la sconfitta in finale con la Spagna agli Europei di calcio? Lacrime di rabbia o disperazione che, secondo la scienza, aiutano a superare meglio una sconfitta.
Secondo William Frey, docente all’Università del Minnesota e tra i maggiori esperti mondiali sul tema del pianto, versare lacrime per motivi emozionali ha l’effetto di rilassare l’organismo, scioglie la tensione e libera dallo stress. In base alla sua “teoria della guarigione”, piangere restituisce all’organismo una condizione di equilibrio e benessere che è di fondamentale importanza per lenire il dolore di una sconfitta.