“L’attenzione è la capacità di escludere tutti gli elementi non strettamente connessi all’attività che si sta svolgendo, sulla quale verranno incanalate tutte le proprie energie”, spiega la dottoressa Patrizia Dolfin, psicologa.
La disposizione all’attenzione è individuale, ma è comunque una capacità essenziale e geneticamente predisposta non solo nell’uomo, ma in tutti gli animali: un segnale di pericolo o un bisogno vitale inducono un atteggiamento di vigilanza e attenzione indispensabile per la sopravvivenza.
“Oggi resta fondamentale per le dinamiche di apprendimento, soprattutto a scuola. Ma nei più piccoli la capacità di attenzione è minima, si sviluppa intorno ai sei-sette anni, età in cui ha inizio l’impegno scolastico” aggiunge la psicologa.
Secondo una ricerca americana, lasciarsi distrarre di tanto in tanto nasconderebbe una risorsa molto preziosa: la creatività. I ricercatori americani non sembrano avere dubbi: non riuscire a mantenere costante l’attenzione sul medesimo argomento o situazione, non è necessariamente un difetto, anzi. Dare troppa importanza alla concentrazione porta inevitabilmente a perdere di vista altri aspetti.
“Chi riesce a lasciar vagare la mente ha la capacità di cogliere ed elaborare più stimoli contemporaneamente, quindi di comprendere empaticamente le emozioni proprie e altrui. Pare che le persone più distratte abbiano una migliore memoria operativa e che i sognatori ad occhi aperti siano più creativi”, sottolinea la psicologa.
Alla mente creativa dobbiamo invenzioni scientifiche e capolavori artistici. Essere creativi diventa un modo per emergere nel proprio lavoro grazie a idee nuove e interessanti per il mercato, tanto che molte aziende incoraggiano i dipendenti a sviluppare questo tipo di attitudine.
“Per la creatività è essenziale che la mente possa andare a zonzo, prendersi tanta libertà” spiega Dolfin. “Naturalmente questo non significa spostare il metro di giudizio e arrivare a considerare, al contrario, l’attenzione come un difetto. E’ importante che ci sia un certo equilibrio: quando arriva l’intuizione bisogna essere pronti a concentrarsi su quella”.