Per induisti e buddisti i mandala sono disegni di varie forme che rappresentano simbolicamente il cosmo. A introdurre i mandala nel mondo della psicologia è stato lo psichiatra Carl Gustav Jung, che ne scoprì i benefici curativi grazie all’uso personale che ne fece durante un’esplorazione della sua vita interiore, riconoscendo al loro interno non solo la rappresentazione dei suoi stati d’animo, ma anche le trasformazioni psichiche che si verificavano dentro di se.
Il termine mandala deriva da una parola che in sanscrito vuol dire sia cerchio sia circonferenza, e ben introduce le caratteristiche a cui questa pratica (dipingere o costruire forme mandaliche) tende: contenere le emozioni e ristabilire una relazione con il centro energetico e psichico interiore, per poi metterlo in comunicazione con le altre parti esterne ed interne di sè.
Secondo il medico e psicoterapeuta Ruediger Dahlke, considerato uno specialista di riferimento in questo ambito, con l’aiuto del mandala è possibile riconoscere diversi aspetti psicologici della persona, a patto di non sopravvalutarne gli esiti. Per esempio, chi è certo del proprio centro e, quindi, ha consapevolezza di sè tende spesso a colorare un mandala partendo proprio dal suo centro, allargandosi al mondo circostante. Al contrario, chi ha una scarsa fiducia di base è alla ricerca di se stesso e della propria strada, tende a colorare il disegno dall’esterno verso l’interno.
La colorazione dei mandala permette anche di capire qual è il rapporto che la persona ha con i limiti, propri o generali, se ci rientri volontariamente o di malavoglia, se si conceda di sbagliare oppure no. Nel caso dei mandala a spirale è indicativo anche che si proceda in senso orario e che esista una resistenza da questo punto di vista. Il mandala può anche rivelare come si suddivide il tempo o come si valuti se stessi.
Si può interpretare, infine, anche la scelta cromatica, oppure una preferenza per particolari forme o per interi mandala può essere oggetto di diverse considerazioni.
Fare un mandala può aiutare a ristabilire un ordine che si era perduto. E’ di supporto nei momenti di crisi, quando ci si sente persi di fronte a troppe decisioni da prendere o, al contrario, chiusi in uno spazio angusto e senza possibilità di scelta.