Tutti, chi più chi meno, finiscono per ragionare con se stessi, soffermandosi, per esempio, a rimuginare i pro e i contro di una decisione: il pensiero di traduce spesso in un ragionamento a fior di labbra, quasi un bisbiglio. Può capitare, però, di parlare brevemente a voce alta. Per esempio, passando da una stanza all’altra, a tanti sarà capitato di esclamare improvvisamente frasi del tipo:”Che cosa stavo cercando?”, senza che ci sia nessuno presente che possa rispondere alla domanda. Succede quando quello che passa per la testa sorprende e distoglie da un altro pensiero da cui si era fino a quel momento assorbiti.

Parlare con se stessi fa bene, è un’attività cerebrale importante, come ha anche dimostrato uno studio scientifico: serve per dare istruzioni, incoraggiarsi, controllare meglio le proprie azioni. Insomma, aiuta a esercitare l’autocontrollo, a riflettere al meglio sulle decisioni da prendere.

Parlare con se stessi (cioè con la propria coscienza interiore) serve a ridurre i comportamenti impulsivi e distruttivi: è così che ci diciamo di evitare il bis a tavola o di non arrivare alle mani nel mezzo di una discussione. Aiuta anche a rielaborare le emozioni e a prendere consapevolezza di sè.

A volte succede di immaginare un dialogo, una scena che potrebbe verificarsi o che si spera possa accadere e immedesimarsi talmente in questo sogno a occhi aperti da arrivare a parlare realmente, anche a voce alta, con l’interlocutore immaginario. Anche in questo caso non c’è nulla di male: fare sogni a occhi aperti, ogni tanto, è naturale e benefico, perchè aiuta ad allentare eventuali frustrazioni, è uno stratagemma di autorassicurazione, che aiuta anche a ricaricare le pile per affrontare al meglio la quotidianità.

Se ragionare con la propria coscienza interiore e fantasticare di tanto in tanto a voce alta non è un segno di squilibrio, anzi è un atteggiamento positivo, questi stessi comportamenti possono essere segno di un problema quando sono sistematici, ossia così frequenti che il borbottio fra sè e sè o le esclamazioni e i colloqui ad alta voce in solitario diventano la colonna sonora della quotidianità.

In genere significa che si sta vivendo una situazione fortemente stressante e ansiogena, capace di causare turbamenti interiori che spingono a ricercare una continua rassicurazione attraverso il dialogo ripetuto e frequente con se stessi, o addirittura mediante la fuga in una dimensione diversa, quella del sogno ad occhi aperti, che diventa così reale da favorire anche dialoghi con fantomatici interlocutori.

Più ansia e stress sono elevati, più questi atteggiamenti possono diventare frequenti: nei casi più seri potrebbero essere la spia di veri e propri disturbi della personalità, come manie di persecuzione, fino a vere e proprie malattie, come la schizofrenia.

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